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Immagine del redattoreandrea pianigiani

Saba


Saba, oltre ad essere una regina indiscussa nei testi biblici e nel Corano, è il nome di un dolce e vivace pastore australiano. Spesso riposa pancia in su allargando le zampe posteriori, una presenza costante, quasi imbarazzante. Con la tavola apparecchiata sfoggia il suo miglior sorriso per estorcere con simpatia un biscotto, un pezzetto di formaggio o semplicemente una briciola di pane. Comunque, la sua caratteristica migliore è una spiccata attitudine al lavoro, nello specifico adora condurre il gregge, una mandria oppure anche solo due galline. Sto riflettendo che sarebbe il cane perfetto per guidare l'attuale comunità umana, sfidando le regole del distanziamento sociale. Parole come assembramento, affollamento, ressa, folla sono all'ordine del giorno, scrutate al microscopio, analizzate in vitro.

In un famoso articolo del 1971 il biologo evoluzionista William Donald Hamilton ha osservato che, di fronte ad un predatore, molte specie animali (dagli stormi di uccelli alle sardine in mare ) ottengono la massima protezione comportandosi in modo identico pur con uno spirito individualistico ed egoista. Hamilton ha dimostrato che tutti gli animali del gregge cercano riparo al centro del gruppo, muovendosi in modo coordinato pur non seguendo una traiettoria precisa. L’egoismo dei singoli trova, quindi, la sua massima espressione proprio all’interno di un gregge.

Anche per gli esseri umani è così?

La risposta potrebbe sembrare fin troppo banale. Basti pensare alle bolle speculative di mercato, dove il meccanismo che s'innesca è di "far accadere un qualcosa cercando di prevenirla", oppure ai follower, seguaci virtuali pronti a trasalire al minimo hashtag. Ormai, la sensazione è quella di trovarsi circondati da un mondo di gregari, tutti ammassati alla conquista di una moda, di un'uniformità accettata e non biasimata dal grande gruppo. Colui che è diverso, riconoscibile è la pecora nera. Eppure alla base della costruzione della nostra identità c'è un'operazione certosina di differenziazione. L'argomento è vasto, un oceano di studi e riflessioni non possono essere sintetizzati in un breve ed umile post, ma credo sia importante applaudire coloro che hanno la forza e il coraggio di accettare e mostrare le diversità senza temere di rimanere ai margini del pascolo. Sarebbe bello se potessimo essere tutti un po' più egregi (dal lat. “che esce dal gregge”) non come titolo di cortesia o adulazione all'inizio di una lettera, ma con l'accezione di chi si china a raccogliere una carta caduta sollevando da terra anche quella non sua, di chi esce da un circolo letterario per proporre una singola virgola.

Lasciamo allora che sia Saba a rincorrere qualsiasi torma desideri, in fondo è stata anche Madre Natura a offrirle questo dono, a noi in compenso ha regalato la libertà di scegliere, si, di scegliere da che parte stare.


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