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  • Immagine del redattoreandrea pianigiani

Buongiorno


Ogni fiore vuol diventare frutto, ogni mattino sera...” (Hermann Hesse). Giallo, rosso, marrone, verde scuro, arancione, questo è lo spettacolo cromatico al quale assistiamo aprendo gli occhi. Spesso associamo l'autunno alla nostalgia, alla tristezza, alla noia e, nei casi più complessi, alla depressione. Oggi questa tavolozza è in mano ad un pittore geniale e crudele contemporaneamente: dipinge scenari cupi, angoscianti, fatti di restrizioni e rinunce dolorose. Unisce e separa, illude e disillude, mostra e nasconde, svela pregi e difetti, smaschera colpevoli e “maschera” innocenti, il Covid-19 ormai è un ossimoro sociale, come l'estate fredda appena trascorsa. Ma, come ci viene suggerito anche dalle mutazioni darwiniane, non lasciamoci ingannare dalle apparenze. Ciò che sembra impoverire non sempre lo fa, molto dipende da come leggiamo i segnali, da come seguiamo gli indizi lasciati, questo è ciò che forse ci ha permesso di abbandonare il Pleistocene ed approdare al nostro amato tempo geologico digitale. Man mano che le giornate diventano più corte, all’interno delle cellule delle foglie degli alberi, la fotosintesi, fondamentale per la sopravvivenza degli organismi vegetali, rallenta sempre di più fino a determinare la caduta delle ormai appassite appendici. Questo processo non aiuta solo le piante a risparmiare acqua e preziosi nutrienti, ma permette anche di rinnovare le loro fronde, che possono essere state danneggiate durante l’anno trascorso. La biologia, sfruttando l'espressione che in greco indica questa metamorfosi, ha coniato un termine, apoptòsi che indica una forma di morte cellulare programmata. La stessa che permette all'embrione umano, caratterizzato da mani e piedi in origine “palmati”, di svilupparsi lasciando morire le membrane interdigitali, affinché si possano differenziare le dita. Allora prendiamoci cura (la cui radice ku – kav significa osservare) di ciò che ci circonda, immagino che si possa provare a interpretare i momenti difficili alla luce del ruolo più alto che potrebbero svolgere. Dobbiamo andare oltre a ciò che appare inaridirci e rivestirlo di un nuovo significato, solo così anche una Pandemia può divenire generativa ed educativa. Costretti in casa per uscire dalle nostre gabbie interiori possiamo imparare dall'autunno la cui parola nasce dal verbo latino augere, cioè aumentare, arricchire. Perciò, contrariamente a quanto si possa immaginare, non rappresenta la stagione che prepara al tramonto, al declino dell'inverno, bensì, incarna, quel frammento di tempo ricco di frutti e cambiamenti che la natura ed il lavoro dell'uomo hanno preparato.

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